Gefide

San Martino della battaglia doc Liquoroso vlqprd

Rielaborazione di un amato vino famoso fin dai primi dell’800. Doc dal 1990.

Vitigno: Tuchì (Tocai Friulano) 100%

Vendemmia: uva di primo periodo con raccolta tardiva con successivi passaggi e selezioni

Colore: Giallo dorato intenso definito da Veronelli “Gefide (diamante) bugizio” (estrema intensità del giallo)

Profumo: Intenso, ampio con note di miele, frutta secca e frutta gialla

Gusto: Di primo impatto morbido e giustamente dolce, elegante, avvolgente e persistente. Retrogusto ammandorlato ed asciutto

Abbinamenti: formaggi erborinati tipo gorgonzola anche molto piccanti; dessert, in particolare pasticceria secca. Ottimo da meditazione, da provare come aperitivo e con antipasti particolari come elaborazione di fegato grasso

Gradazione alcolica: 16% vol

PDF

Premi e Menzioni

  • Premio Douja d’Or di Asti annate ‘90, ’93, ’94, ’96, ‘97, ‘98, ‘99 e 2000
  • Oscar Douja d’Or 2006 per l’annata 1999
  • Premio Internazionale Vinitaly annate ‘91, ’96, ’97,’98, ‘99 e 2000
  • Diploma di Merito Banco d’Assaggio di Forgiano 2006 per l'annata 1999
  • Guida Vinplus AIS Lombardia “quattro Rose Camune - eccelso”
  • Selezionato dal Merano Wine Festival 2004 per Monaco di Baviera
  • 4 rose camune AIS Lombardia annata 2001 (attualmente in vendita)

Cenni Storici

Agli inizi degli anni ‘80 si pensò di produrre nuovamente un vino da Dessert partendo dalle uve sovra maturate di Tocai San Martino della Battaglia doc raccolte con vendemmia tardiva. Una volta tale vino era ben conosciuto ma se ne erano completamente perse le tracce ed il ricordo:

"A Lonato - 5 leghe a est di Brescia - si prepara un vino liquoroso celebre in Italia: ha il colore dell'oro, dolce senza essere acre ne vuoto, grande finezza ed un profumo molto soave... il vino, che si paragona al Tocai e che si dice essere superiore al vino di Cipro, è la ricchezza dei vigneti della bassa Riviera (del Garda)"

 

da "TOPOGRAPHIE DE TOUS LES VIGNOBLES CONNUS"
di A. JULIEN-PARIGI, 1822

Furono esaminate varie modalità di produzione per poi definire quella che è la tecnica di lavorazione attuale, cosi come codificata -in seguito - dal disciplinare che regola la D.O.C., ottenuta, a partire dal 1990, dopo averne dimostrato la storicità. Da tale data è iniziata la produzione destinata alla vendita superando la fase sperimentale degli anni precedenti. Fondamentale, per la qualità del prodotto, è partire da uve molto sane e sovra maturate - ma non passite - di Tocai di San Martino doc. L'uva di Tocai - a maturazione precoce di primo periodo - è molto sensibile a muffe, botrite e marciume. Una raccolta tardiva invece di migliorare la qualità, può portare alla perdita del prodotto. E' necessario perciò selezionare bene l'uva da lasciare sulla pianta e scegliere vigneti particolarmente ben esposti. Si presta bene a tale scopo un vigneto di nostra proprietà di 3 ha circa esposto a sud-ovest sul crinale di una collinetta arida e sassosa oltre che ventosa: in tali condizioni la botrite in annata favorevole tende a dare origine alla "muffa nobile". L'uva - prodotta con avarizia - è raccolta in cassette e ancora selezionata. Il mosto – dopo una parziale macerazione a freddo - viene estratto con una pressatura pneumatica molto soffice, e - debitamente pulito - è raffreddato fin quasi a zero gradi: a tale temperatura si avvia una lentissima fermentazione in ambiente ridotto e senza aggiunta di metabisolfito. La raffinata tecnica di produzione di questo vino liquoroso che prevede anche un lungo affinamento e l'aggiunta di una percentuale dal 10 al 15% di vino di annate precedenti tenuto in barrique, consente di mantenere alcuni profumi ed aromi primari dell'uva di Tocai. Questa caratteristica, unita alla morbidezza del vino e al tipico retrogusto ammandorlato proprio del Tocai rendono tale prodotto particolarmente idoneo ad accompagnare formaggi erborinati e piccanti, oltre alla classica pasticceria secca da dopo pasto. Per le sue particolari caratteristiche gustative si presta anche come aperitivo in accompagnamento alle elaborazioni di fegato grasso. Il vino liquoroso San Martino della Battaglia va servito ben freddo, in bicchieri che ne esaltino il profumo ed invitino a centellinarlo, come si conviene ad un classico vino anche "da meditazione".

Seguici sui social

La Spia d’Italia | Via Marziale Cerutti 61 - Lonato - BS | P.IVA 00237760988
downloadcrossmenu